L'AGENZIA DI POLLENZO e il buono, pulito e giusto


Tra un colpo di tosse e l’altro (piacevoli souvenir lasciati dall’influenza della scorsa settimana), rieccomi qui!

Questa sera vi voglio portare in un luogo magico, incantato. Fuori dal tempo.

Se volete riassaporare le atmosfere del XIX secolo, degustare un buon calice di vino, conoscere alcuni dei Presìdi Slow Food, regalarvi coccole e benessere, seguitemi... a Pollenzo.

Nel 1835, per volere di Carlo Alberto, venne costruita sui resti della cittadina romana di Pollentia, una tenuta reale di Casa Savoia, l’Agenzia di Pollenzo.
Fortunatamente, su iniziativa di Slow Food, l’Agenzia ha potuto ritrovare tutto il suo splendore a partire dalla fine degli anni 90, per arrivare al restauro definitivo nel 2004.

Ora qui potete trovare l’Università di Scienze Gastronomiche, la Banca del Vino e un albergo a quattro stelle con annesso ristorante (l’altro ristorante, Guido, si sta trasferendo nella tenuta di Fontanafredda a Serralunga d’Alba).

Pochi giorni fa ho avuto il privilegio di soggiornare per una notte tra queste antiche mura e, vi assicuro, ne sono rimasta letteralmente rapita.

Il concetto petriniano del “buono, pulito e giusto” si respira in ogni angolo, non appena si varca la porta principale.

Il mio budget era limitato, per cui non ho dormito nell’albergo dell’Agenzia, ma nel vicino Albergo Corte Albertina, una sorta di “fratello minore”, che non ha nulla da invidiare al primogenito. 
Servizio più che cortese, camere da letto con arredamenti d’epoca e volte con mattoncini a vista (io le adoro!), colazione basata sui principi del km 0, dalla frutta fresca alle torte appena sfornate e con un occhio di riguardo per le persone intolleranti al glutine (…e una musica soffusa che ti fa iniziare la giornata in assoluta serenità…).

Una capatina all’Albergo dell’Agenzia l’ho fatta, per cenare nel suo ristorante

Stupore, immenso stupore.



Innanzitutto anche qui il personale è stato squisito. Dopo avermi fatta accomodare al mio tavolo, mi hanno subito portato un cesto di grissini che mi hanno ricordato quelli che sfornava il mio nonno panettiere (…effetto madeleine di Proust…) e un piatto di benvenuto dello chef, questo qui…

Insalata russa, salsiccia di Bra e frittata di cipolle

Se volete immergervi totalmente nei sapori del vero Piemonte, vi consiglio il menu degustazione. Altrimenti anche quello alla carta non vi deluderà, con un’abbondanza di Presìdi Slow Food.

Tra gli antipasti non mancano mai la battuta di fassone al coltello, il vitello tonnato e gli sformatini di verdure con fonduta, in base alla stagione. 

Battuta di Fassone al coltello con selezione di sale e pepe

Tra i primi piatti spiccano le paste fatte in casa, come i tajarin al ragù di salsiccia di bra o i ravioli del plin al sugo d’arrosto. 

Tajarin al ragù di salsiccia di Bra

Potete poi passare a un bel sottofiletto di vitella piemontese o a un saporito piatto di finanziera. 

E per concludere in dolcezza, una panna cotta o un bonet.

Ma lo stupore non è stato tutto qui… 

Con un antipasto, un primo piatto e due bicchieri di Dolcetto D’Alba sapete quanto ho speso? 25,00 euro!

Che ne dite, vale la pena venire a Pollenzo per mangiare “Buono, pulito e giusto”?  

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